La "luuuuuuunga" Via delle Gallie
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La "luuuuuuunga" Via delle Gallie
Oggi vi propongo un breve itinerario, anzi in realtà brevissimo poichè lungo circa 200 metri o poco più, anche se, in realtà, è lungo centinaia e centinaia di kilometri. Se vi è mai capitato di andare a fare un giro in Valle d'Aosta passando per la strada statale invece che dall'esosa autostrada, probabilmente ci avrete fatto caso, perchè c'è un tratto ben visibile che costeggia la statale 26: è il tratto originale e meglio conservato dell'antica Via delle Gallie, che collegava la nostra pianura padana con la Francia e la Svizzera attraverso i passi del Piccolo e Gran San Bernardo
Per noi piemontesi è molto facile da raggiungere, ci sarò passato davanti decine di volte ma, spinto ormai da una decennale curiosità abbiamo deciso di vederlo dal vivo approfittando del bel tempo.
Ora, senza farvi un pippone noioso sulla sua storia, vi dirò molto semplicemente che dopo essere stata costruita dai romani, questa strada, per evidenti motivi naturali e geografici fu trasformata nel corso dei secoli. In epoca medievale venne sovrapposta sopra ad essa la famosa "Via Francigena" e, in epoca moderna la strada statale che appunto collega Aosta col Piemonte.
Ci sono però alcuni tratti che sono rimasti invariati, mai toccati e, per fortuna preservati. Quello che interessa a noi e appunto il tratto di Donnas, un piccolo borgo medievale appena dopo Pont St. Martin.
Parcheggiata la macchina si varca l'arco che apre sul borgo storico di epoca medievale, costruito a ridosso della montagna
Il borgo è molto piccolo, una signora ci ha suggerito di proseguire sempre a piedi attraversando la strada romana antica e raggiungere a piedi il Forte di Bard, distante solo qualche kilometro, e così abbiamo fatto.
Usciti dal borgo di Donnas si inizia a percorrere proprio l'antico tratto originale della strada romana. E' breve, circa 200 metri, ma farlo a piedi dà un senso particolare perchè sembra di immergersi per un attimo in un'atmosfera antica, provando ad immaginarsi come fossero difficili le comunicazioni al tempo, eppure già efficienti
A sinistra scorre l'odierna statale
Come si vede nelle foto qui sotto, il progresso e i cambiamenti storici hanno trasformato inevitabilbilmente il territorio, la strada romana originale si "inabissa" nascosta dall'erba e dalle modifiche. Sulla parte asfaltata in primo piano si prosegue immettendosi poi nella via "Francigena", che poi è semplicemente la strada più moderna costruita sopra quella romana
Dopo un breve tratto asfaltato che si affaccia sulla statale, si entra nel vero tratto francigeno, chiaramente più moderno di quello romano e più facilmente percorribile. Questa via è ben nota a tutti coloro che fanno viaggi di pellegrinaggio in giro per l'Europa visto che tramite questa via si arriva fino a Roma.
Anche questo tratto però poi termina bruscamente. La montagna non è in totale sicurezza e il pericolo di frane ha imposto di chiudere (si spera temporaneamente, ma non credo) questo tratto. Si scende dunque sempre a piedi su una stradina asfaltata e carrozzabile che costeggia un canale. Qua di antico non c'è più molto anzi, l'atmosfera romantica del tempo che fu si perde quasi subito. In poco tempo, dopo aver però superato una salita breve ma molto dura si giunge al celebre Forte di Bard
Giunti ipersudati al Forte di Bard ci siamo ritrovati in mezzo ad una ricostruzione storica in costume (che ignoravamo), la "Napoleonica" ovvero la conquista del Forte da parte delle truppe di Napoleone. Essendoci imboscati ignari alla rievocazione, tra l'altro passando dal retro dove i vari figuranti erano accampati in preparazione, siamo rimasti poco, anche perchè il nostro cane Filiberto mal sopportava gli spari di archibugi e fucili
Il Forte di Bard visto dall'alto (fonte internet)
Molto interessante però è stata la spiegazione del funzionamento del Telegrafo Chappe, inventato e utilizzato in Francia verso la fine del XVII secolo
Non lo conoscevo, ma era piuttosto ingegnoso, considerando i tempi. Praticamente era dotato di un sistema di bracci e contrappesi, azionati manualmente. Il loro posizionamento permetteva di trasmettersi messaggi in codice a distanza. Venivano sistemati su colline, campanili o altro in modo comunque da essere visibili da una certa distanza. Poi, chi decideva il comando faceva sistemare i bracci in un certo modo, il segnale veniva visto dall'addetto che stazionava su un altro telegrafo e, sua volta, sistemava i bracci nello stesso modo in modo da trasmettere il segnale al telegrafo successivo.
Certo, una maniera ancora un po' primitiva e non priva di errori o problematiche (chi azionava il telegrafo era costretto a vivere letteralmente tutto l'anno nella postazione, con turni massacranti), però permetteva una certa velocità di trasmissione ai vari reparti o eserciti.
In queste due ultime foto si vede una stampa delle'epoca di un telegrafo tipico e una sorta di "vocabolario" con le posizioni varie alle quali venivano assegnati messaggi in codice.
Insomma, siamo usciti per farci due passi e alla fine ci siamo imboscati in una rievocazione, ci siamo fatti un po' di kilometri a piedi però abbiamo scoperto ancora qualcosa di nuovo... non si finisce mai di imparare, come sempre..
cerèa, neh!
Per noi piemontesi è molto facile da raggiungere, ci sarò passato davanti decine di volte ma, spinto ormai da una decennale curiosità abbiamo deciso di vederlo dal vivo approfittando del bel tempo.
Ora, senza farvi un pippone noioso sulla sua storia, vi dirò molto semplicemente che dopo essere stata costruita dai romani, questa strada, per evidenti motivi naturali e geografici fu trasformata nel corso dei secoli. In epoca medievale venne sovrapposta sopra ad essa la famosa "Via Francigena" e, in epoca moderna la strada statale che appunto collega Aosta col Piemonte.
Ci sono però alcuni tratti che sono rimasti invariati, mai toccati e, per fortuna preservati. Quello che interessa a noi e appunto il tratto di Donnas, un piccolo borgo medievale appena dopo Pont St. Martin.
Parcheggiata la macchina si varca l'arco che apre sul borgo storico di epoca medievale, costruito a ridosso della montagna
Il borgo è molto piccolo, una signora ci ha suggerito di proseguire sempre a piedi attraversando la strada romana antica e raggiungere a piedi il Forte di Bard, distante solo qualche kilometro, e così abbiamo fatto.
Usciti dal borgo di Donnas si inizia a percorrere proprio l'antico tratto originale della strada romana. E' breve, circa 200 metri, ma farlo a piedi dà un senso particolare perchè sembra di immergersi per un attimo in un'atmosfera antica, provando ad immaginarsi come fossero difficili le comunicazioni al tempo, eppure già efficienti
A sinistra scorre l'odierna statale
Come si vede nelle foto qui sotto, il progresso e i cambiamenti storici hanno trasformato inevitabilbilmente il territorio, la strada romana originale si "inabissa" nascosta dall'erba e dalle modifiche. Sulla parte asfaltata in primo piano si prosegue immettendosi poi nella via "Francigena", che poi è semplicemente la strada più moderna costruita sopra quella romana
Dopo un breve tratto asfaltato che si affaccia sulla statale, si entra nel vero tratto francigeno, chiaramente più moderno di quello romano e più facilmente percorribile. Questa via è ben nota a tutti coloro che fanno viaggi di pellegrinaggio in giro per l'Europa visto che tramite questa via si arriva fino a Roma.
Anche questo tratto però poi termina bruscamente. La montagna non è in totale sicurezza e il pericolo di frane ha imposto di chiudere (si spera temporaneamente, ma non credo) questo tratto. Si scende dunque sempre a piedi su una stradina asfaltata e carrozzabile che costeggia un canale. Qua di antico non c'è più molto anzi, l'atmosfera romantica del tempo che fu si perde quasi subito. In poco tempo, dopo aver però superato una salita breve ma molto dura si giunge al celebre Forte di Bard
Giunti ipersudati al Forte di Bard ci siamo ritrovati in mezzo ad una ricostruzione storica in costume (che ignoravamo), la "Napoleonica" ovvero la conquista del Forte da parte delle truppe di Napoleone. Essendoci imboscati ignari alla rievocazione, tra l'altro passando dal retro dove i vari figuranti erano accampati in preparazione, siamo rimasti poco, anche perchè il nostro cane Filiberto mal sopportava gli spari di archibugi e fucili
Il Forte di Bard visto dall'alto (fonte internet)
Molto interessante però è stata la spiegazione del funzionamento del Telegrafo Chappe, inventato e utilizzato in Francia verso la fine del XVII secolo
Non lo conoscevo, ma era piuttosto ingegnoso, considerando i tempi. Praticamente era dotato di un sistema di bracci e contrappesi, azionati manualmente. Il loro posizionamento permetteva di trasmettersi messaggi in codice a distanza. Venivano sistemati su colline, campanili o altro in modo comunque da essere visibili da una certa distanza. Poi, chi decideva il comando faceva sistemare i bracci in un certo modo, il segnale veniva visto dall'addetto che stazionava su un altro telegrafo e, sua volta, sistemava i bracci nello stesso modo in modo da trasmettere il segnale al telegrafo successivo.
Certo, una maniera ancora un po' primitiva e non priva di errori o problematiche (chi azionava il telegrafo era costretto a vivere letteralmente tutto l'anno nella postazione, con turni massacranti), però permetteva una certa velocità di trasmissione ai vari reparti o eserciti.
In queste due ultime foto si vede una stampa delle'epoca di un telegrafo tipico e una sorta di "vocabolario" con le posizioni varie alle quali venivano assegnati messaggi in codice.
Insomma, siamo usciti per farci due passi e alla fine ci siamo imboscati in una rievocazione, ci siamo fatti un po' di kilometri a piedi però abbiamo scoperto ancora qualcosa di nuovo... non si finisce mai di imparare, come sempre..
cerèa, neh!
Re: La "luuuuuuunga" Via delle Gallie
Azz... che bel posto!!!
Foto davvero suggestive... immagino che anche il luogo lo sia...
Ecco, queste sono le cose che mi piacerebbe fare se avessi un pacco di soldi e potessi permettermi di non fare nulla tutto il tempo... mi comprerei un camper e girerei l'Italia alla scoperta dei luoghi dimenticati, quelli dove il tempo si è fermato
Foto davvero suggestive... immagino che anche il luogo lo sia...
Ecco, queste sono le cose che mi piacerebbe fare se avessi un pacco di soldi e potessi permettermi di non fare nulla tutto il tempo... mi comprerei un camper e girerei l'Italia alla scoperta dei luoghi dimenticati, quelli dove il tempo si è fermato
Miseria... per un attimo sono rimasto interdetto... avevo letto "telegrafo a chiappe"Neeskens78 ha scritto:Molto interessante però è stata la spiegazione del funzionamento del Telegrafo Chappe
Rekordman- Numero di messaggi : 5724
Età : 51
Località : Padova
versione :
Rekord E1 2.3 D Standard - 1981
Rekord E2 Turbo D Luxus - 1985
Ascona B 2.0 D Berlina - 1981
Rekord D 2000 D Berlina - 1976
Ascona C CC 1.6 SR - 1982
...in passato :
Rekord E1 2.3 D Standard - 1981
Senator A2 TD C - 1985
Rekord D 2000 D Standard - 1977
Data d'iscrizione : 06.03.11
Re: La "luuuuuuunga" Via delle Gallie
Rekordman ha scritto:Miseria... per un attimo sono rimasto interdetto... avevo letto "telegrafo a chiappe
è la stessa cosa che ho pensato quando sono andato a cercare altre notizie su internet...
Rekordman- Numero di messaggi : 5724
Età : 51
Località : Padova
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Rekord E1 2.3 D Standard - 1981
Rekord E2 Turbo D Luxus - 1985
Ascona B 2.0 D Berlina - 1981
Rekord D 2000 D Berlina - 1976
Ascona C CC 1.6 SR - 1982
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Senator A2 TD C - 1985
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Data d'iscrizione : 06.03.11
Re: La "luuuuuuunga" Via delle Gallie
molto interessante
devo dire che alcune immagini, per certi versi, mi riportano al paese di origine di mio suocero, in abruzzo, Civitella del Tronto, mentre mi fa paura la parete ripida che si vede nella prima foto; spesso nei miei sogni, o meglio incubi ricorrenti, capita che io percorra dei viottoli di appena 20 cm a ridosso di pareti simili con lo strapiombo sotto.... e i nervi non tengono e mi lascio cadere nel vuoto.
Per fortuna poi mi sveglio
devo dire che alcune immagini, per certi versi, mi riportano al paese di origine di mio suocero, in abruzzo, Civitella del Tronto, mentre mi fa paura la parete ripida che si vede nella prima foto; spesso nei miei sogni, o meglio incubi ricorrenti, capita che io percorra dei viottoli di appena 20 cm a ridosso di pareti simili con lo strapiombo sotto.... e i nervi non tengono e mi lascio cadere nel vuoto.
Per fortuna poi mi sveglio
Re: La "luuuuuuunga" Via delle Gallie
beh Gianni, suderei freddo anche io a fare sogni così, visto che spesso soffro di vertigini e tra l'altro da bambino facevo spesso sogni ricorrenti tipo il tuo, infatti sognavo di guidare o di essere in bicicletta e percorrere discese stradali sempre piene di tornanti e strapiombi e di non riuscire a frenare.... poi con l'incidente che feci a vent'anni (dove sfondai un guardrail in una curva a strapiombo e l'auto si fermo contro una pianta, salvandomi) e dopo che un paio di anni fa scendendo da Oropa siamo rimasti senza freni con la Rekord comprata da poco, sono diventato un po' paranoico rispetto al sistema frenante... controllo spesso il livello delle pastiglie per paura di rimanere di nuovo senza freni... non è una bella sensazione
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